Cosa vedere a Pietrapertosa

Cosa vedere a Pietrapertosa

L’Arabata

È il rione più antico di Pietrapertosa, collocato nella parte più alta del paese ai piedi del castello, su pendici molto scoscese e di difficile accesso, precluso al traffico automobilistico. Il suo nome deriva dagli arabi che lo abitarono per quasi cinquant’anni.  Il rione è costituito da piccole case contadine, appoggiate sulla roccia che affiora di continuo, in un labirinto di stradine tutte in salita e di scalette, con stalle e piccoli orti. Quì il tempo sembra essersi fermato e la passeggiata tra le viuzze è molto suggestiva

La  Meridiana di Pietrapertosa

Costruita di recente, è collocata sulla facciata di un edificio scolastico in Piazza Plebiscito. Assume importanza perché sul quadrante è riportato, in forma stilizzata, uno scorcio del vecchio panorama di Pietrapertosa, dove dominava il caratteristico picco roccioso del “Becco della Civetta” (dalla forma di una roccia che sovrastava l’abitato e che riproduceva alla perfezione una civetta con il becco aperto), abbattuto in seguito a lavori di messa in sicurezza.

Castello Normanno-Svevo

Complesso fortificato che risale all’epoca romana e che divenne importante all’epoca dei normanni nel IX secolo. È situato sulla cima della roccia cui si aggrappa la parte alta dell’abitato (il quartiere dell’Arabata). Una fortezza naturale posta nel punto più alto della Valle del Basento, da cui si può dominare un lungo tratto della vallata. In ragione di questa posizione il Castello ha avuto sempre una funzione militare di avvistamento. Il fortilizio fu utilizzato prima dai saraceni guidati da Bomar, e in seguito diventò una roccaforte Normanno – Sveva. Abbandonato nel XVII secolo e ridotto in stato di rudere, il Castello è stato recentemente sistemato con scavi che hanno riportato alla luce importanti reperti archeologici che per tanto tempo sono rimasti coperti dai detriti. Interessante il Trono della Regina, una nicchia nella roccia accessibile attraverso una scala molto ripida.

Chiesa di San Giacomo Maggiore

E’ la Chiesa Madre di Pietrapertosa, costruita nel 1400 circa. L’originario impianto romanico si è conservato integro. Imponente la mole del campanile, scandito da cinque ordini di cornici. All’interno ci sono quattro affreschi di notevole pregio artistico ed interesse storico.

Convento di San Francesco

Fondato nel 1474 dai Frati Minori Osservanti locali; al suo interno è conservato il dipinto Apparizione del Bambino a S. Antonio da Padova realizzato nel 1631 da Giovanni De Gregorio (detto il Pietrafesa), l’Immacolata del 1628 di Filiberto Guma e numerosi affreschi di Giovanni Luce. Di pregio un maestoso polittico che rappresenta uno dei cardini della stagione rinascimentale in Basilicata. L’opera è stata variamente attribuita sia all’ebolitano Giovanni Luce, sia a Francesco da Tolentino, di formazione adriatica, per il connubio di suggestioni tra scuola napoletana e umbro-marchigiana.

Cappella di San Cataldo

Situata su un’altura, sotto il Castello Normanno – Svevo, quasi all’ingresso dell’abitato. È una piccola chiesa (forse la più antica del paese), eretta probabilmente nel XII secolo, in onore del Santo, la cui venerazione era molto diffusa all’epoca per l’opera di rievangelizzazione di queste regioni dopo la fine della dominazione saracena. San Cataldo era invocato nel Meridione d’Italia anche contro le epidemie. La chiesa è stata ristrutturata ed ampliata all’inizio del ‘900 ad opera dei maestri scalpellini locali.

Il Percorso delle Sette Pietre

è un antico sentiero contadino lungo circa 2 km, che collega i borghi di Pietrapertosa e Castelmezzano.

Il percorso sensoriale si ispira al testo “Vito ballava con le streghe” di Mimmo Sammartino, scritto sulla base dei racconti orali tramandati di generazione in generazione legate alle masciare, streghe locali che si riunivano di notte per ballare dionisiacamente sotto un albero nel bosco per poi volare a cavallo di un cane bianco.

Ad ogni tappa del percorso – in tutto 7 – opere d’arte visive e sonore evocano le varie sequenze del racconto; nella tappa centrale – streghe – viene illustrata l’intera storia. Ci si incammina lungo il sentiero nel bosco e all’improvviso, a ridosso di strane pietre dalle monolitiche forme ancestrali si sentono delle nenie deliranti con le voci di magiare che raccontano il loro delirio! Inquietante, suggestivo, molto bello e interessante.

La Via Ferrata Marcirosa ( solo per alpinisti)

La Via Ferrata è un percorso attrezzato per scalare le Dolomiti Lucane e che permette di raggiungere punti altrimenti inaccessibili e scoprire davvero la grande bellezza di questo luogo. Realizzata di recente secondo i migliori standard con due percorsi che si articolano rispettivamente lungo le dorsali rocciose di Castelmezzano e di Pietrapertosa, la Via Ferrata delle Dolomiti Lucane è classificabile come EEA poco difficile, con un percorso articolato su canali e camminamenti, passaggi verticali e tratti in esposizione. I due rami del percorso partono dal ponte romano situato nelle vicinanze dell’area attrezzata Antro delle Streghe e salgono l’uno verso Castelmezzano e l’altro verso Pietrapertosa.

La Via Ferrata Marcirosa si estende sul versante di Pietrapertosa ed ha una lunghezza di 1.778 metri e un dislivello di 331 metri. Il punto di partenza si trova nell’ area attrezzata dell’Antro delle Streghe, in una grande radura a valle del corso del Rio di Caperrino, un affluente del Basento che taglia a metà lo spazio che divide i versanti corrispondenti ai due paesi.

I Punti di partenza delle due Vie Ferrate sono collegate da un Ponte Nepalese

Volo dell’angelo

Il cosiddetto Volo d’Angelo è una delle attrazioni turistiche più conosciute del paese. Si tratta di un percorso adrenalinico, spettacolare ed indimenticabile che permette di passare da Pietrapertosa a Castelmezzano. Tramite un’imbracatura con agganci di sicurezza ad un filo d’acciaio, si rimane sospesi a più di 800 metri d’altezza.

Il tratto aereo si percorre in circa 90 secondi, sia da soli che in coppia. Si sorvola la valle sottostante, in un volo che permetterà di ammirare dal cielo il paese e la maestosità delle montagne che lo circondano  e in poco tempo ci si ritrova al borgo di Castelmezzano.

Il Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane

Pietrapertosa è inserito all’interno del Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, interessante area protetta ricca di notevoli testimonianze naturalistiche e geologiche. Il Parco tutela un territorio esteso tra le province di Matera e Potenza ed è attraversata da vari corsi d’acqua che alimentano il fiume Cavone e il torrente Salandrella, il principale della zona. Le Piccole Dolomiti Lucane sono montagne dall’aspetto curioso e al tempo stesso spettacolare, grazie al fatto di essere costituite da rocce di arenaria quarzifera. Nel corso dei millenni gli agenti atmosferici hanno conferito a queste montagne una forma che ricorda molto quelle aguzze delle Dolomiti vere e proprie.

Il Parco protegge varie specie arboree e la fauna non è da meno con specie di grande rilevanza naturalistica ed ecologica. Gli itinerari che si sviluppano all’interno dell’area protetta sono di varia natura e difficoltà, riuscendo a soddisfare le esigenze di tutti gli escursionisti.

Le vette dolomitiche

Alle “inquietanti” e frastagliate vette dolomitiche che incombono sul loro paese, gli abitanti di Pietrapertosa hanno dato nomi fantasiosi e familiari, forse per mitigare in qualche modo la grande sovranità della montagna. Le rupi più conosciute sono l’ Aquila Nera, l’ Incudine, la Grande Madre. Una volta c’era anche il Gufo Reale, poi la roccia fu abbattuta perché poteva essere un pericolo per il paesino.

Eventi

Sulle tracce degli Arabi

Il 9 e il 10 agosto si i celebra “Sulle tracce degli Arabi!, evento durante il quale si ricorda la dominazione araba e l’eredità che questa ha lasciato in paese. Durante la festa si fa rivivere il rione Arabata, che torna agli antichi fasti, tra suoni, profumi d’incenso, mercatini e pietanze orientali.

Sapori d’Autunno

È una mostra mercato di prodotti tipici che si svolge il 1° novembre. E’ un percorso enogastronomico attraverso gli stand che popolano i punti più caratteristici del borgo. Si possono degustare i piatti della tradizione e i frutti del territorio tipicamente autunnali, ma anche conoscere i mestieri antichi e assistere a esibizioni di musica e danza popolare.