Cosa vedere a Pietragalla

Cosa vedere a Pietragalla

Chiesa Madre

Costruita nel 1200, presenta un impianto a croce latina con tre navate; quella centrale più grande in cui vi e’ l’altare maggiore e le due laterali in cui vi sono altari minori. Da notizie ricavate dall’archivio parrocchiale, la chiesa subisce un ampliamento nel 1591 e sopra la porta maggiore si può notare una pietra che porta il simbolo della famiglia Orsini. Subì radicali modifiche nel 700 che gli hanno conferito uno stile neoclassico. Nel 1725 venne rifatto l’altare sotto il quale si conservano le reliquie di S.Teodosio martire. Pregevole un crocifisso ligneo del 700 e dipinti uno dei quali raffigurante l’Annunciazione. Il campanile è l’elemento dominante costituito da una cupola in stile Bizantino. E’ dedicata a San Nicola di Bari.

Palazzo Ducale

Il palazzo che svetta sul borgo di Pietragalla è stato testimone di una vicenda contro i briganti E’ conosciuto anche come Palazzo Pipponzi, nobile famiglia i cui eredi hanno reso la dimora fruibile per l’organizzazione di eventi, visite ed ospitalità. Questo palazzo vanta una storia particolare perché è legato al brigantaggio. Conserva, infatti, una testimonianza storica notevole legata alla vicenda di due giornate di battaglia dei cittadini pietragallesi contro i briganti. La storia narra di una colonna di circa 400 briganti che, invadendo i vicoli di Pietragalla, costrinsero parte della popolazione a rifugiarsi nel palazzo. Gli abitanti, però, resistettero tenacemente costringendo i briganti a ritirarsi. Sulla facciata principale si può ancora notare la lapide posta a testimoniare l’evento. Il palazzo, nel corso dei secoli, cambiò diversi proprietari, tra cui gli Orsini, i Melazzi, gli Acquaviva D’Aragona fino ai Pipponzi. Imponente per le sue dimensioni e la sua complessità architettonica, la struttura si divide in due parti: la prima che conserva i caratteri dell’antico castello costruito intorno al 1100, l’altra che costituisce l’ampliamento attuato durante la seconda metà del Quattrocento a cui si deve anche l’arricchimento delle ampie loggiate.

Museo della civiltà contadina

E’  un’esposizione all’interno di un’antica abitazione che permette di visionare  oggetti di uso comune dei contadini dell’antichità. Una guida esperta racconterà come si viveva un tempo nei borghi montani come Pietragalla per un vero tuffo nel passato.

I Palmenti di Pietragalla

I palmenti sono un complesso di strutture ipogee, che hanno origine nella prima metà del XIX secolo. L’etimologia del termine “palmento” ha diverse ipotesi: alcuni studiosi sostengono che derivi dal latino pavimentum, ad indicare il piano pavimentale dove si pigiavano le uve; altri sostengono derivi da pavire, ossia l’atto del pigiare, battere. Il palmento è un manufatto che rappresenta una singolare realizzazione di architettura rurale, unica nel suo genere. Il contesto paesaggistico originato deriva da un’aggregazione di manufatti perfettamente in armonia con il contesto territoriale. Qui avveniva la pigiatura delle uve e la fermentazione del mosto. L’uva raccolta nei vigneti circostanti e trasportata tramite asini e bigonce, veniva versata nella vasca di dimensioni inferiori e pigiata a piedi nudi. Il mosto, attraverso un apposito foro, fuoriusciva nella vasca sottostante in cui si adagiavano anche i raspi.

Nel loro atrio troviamo la vasca per la pigiatura dell’uva posta a livello terra o in posizione un po’ sopraelevata rispetto alle altre vasche. Accanto vi è la vasca di fermentazione, costruita nel tufo e posta un po’ più sotto. Vicino alla vasca di fermentazione è costruito un canale per lo scarico del vino in corrispondenza del quale si trova una buca spaziosa (palm’ndédd) per riempire i barili per la svinatura che qui sono chiamate Rutte. Nella parte superiore della porta, in una nicchia, è posta una candela con la funzione di far esalare l’anidride carbonica derivante dal processo di fermentazione.

Siamo di fronte ad un esempio di architettura costruttiva in quanto erano utilizzati materiali presi dall’ambiente circostante, come, ad esempio, la sabbia per l’intonaco

Zona archeologica

In località Monte Torretta, a pochi chilometri dal paese nei pressi della frazione di San Giorgio,  si possono notare i resti di un insediamento fortificato databile intorno alla metà del IV secolo a.C., in particolare l’acropoli le antiche mura costruite con blocchi di arenaria. All’interno del sito sono stati rinvenuti anche molti reperti, oggi conservati presso il Museo Archeologico Provinciale di Potenza.